Un americano nel Monferrato

Monferrato, Piemonte

Monferrato, Piemonte

Terra di vigneti, il Monferrato, che attrae non solo turisti italiani, ma d’oltralpe e d’oltreoceano. Non solo vini, però, ma anche borghi in cima alle colline, castelli, agnolotti, krumiri rossi alias i famosi biscotti zigrinati a forma arcuata, la farinata di ceci e la bagna cauda.

Soffermandosi sulla prima voce della lista, è doveroso  menzionare il circuito degli infernot che potrebbe richiamare a qualche evocazione dantesca, con cui naturalmente non ha nulla a che fare.

Infernot del Monferrato

Infernot del Monferrato

Collocati al di sotto delle abitazioni, gli infernot erano le tavernette di un tempo, le dispense dei più facoltosi e di chi era più provvisto di vini e di cibo. Scavato nella roccia sottostante l’edificio a cui apparteneva, l’infernot era il luogo ideale in cui riporre le preziose bottiglie in attesa che il loro pregiato contenuto maturasse sotto la coltre di umidità e di ragnatele.

Oggi, il Monferrato e i suoi infernot rientrano tra i patrimoni Unesco e sono la meta di itinerari tematici che possono essere percorsi anche in bicicletta.

Forse, anche per questa risonanza internazionale, sono sempre più numerosi i turisti stranieri che visitano il Monferrato, appagando non solo la vista di fronte a un incantevole paesaggio vinicolo, ma anche il palato con specialità sconosciute, come ad esempio la bagna cauda. Ricetta di origine provenzale, era un tempo relegata ai ceti sociali più umili, per via dell’abbondanza di aglio e il sapore forte di acciuga, ma i tempi si sa cambiano e stravolgono ogni confine, anche quello gastronomico.

Bagna cauda nel fojòt, il contenitore in terracotta

Bagna cauda nel fojòt, il contenitore in terracotta

Così oggi, il famoso intingolo piemontese diventa l’occasione di un rito conviviale col quale si immergono le verdure crude o cotte in un recipiente di terracotta condiviso da tutti i presenti di ogni nazione ed estrazione sociale.

Per non dimenticarsi dell’esperienza accogliente e insolita, l’americano citato all’inizio è ritornato a casa, volando di nuovo sopra l’oceano, mentre in valigia portava con sé l’esclusiva di una vera bagna cauda made in Italy, o meglio made in Piedmont e più precisamente made in Monferrato.

An American in Monferrato

A land of vineyards, that’s what Monferrato is, which attacts not only tourists from all parts of Italy, but from abroad, as well.  However, wine is only one of the gratest attractions in Monferrato. Not to mention, hilltop villages, castles, the typical filled pasta agnolotti, the gluten free, flat bread made of  chickpea flour named farinata di ceci and the unmistakable red krumiri biscuits, which everybody in Italy knows for their unique,  curved and  knurled  shape.  Last but not least the bagna cauda, which would sound in English something like hot sauce.

As the first thing listed, it’s fair to say that a tour through the infernots is well worth going on, but don’t worry if the word may remind you of Dante’s hell, since it has nothing to do with it.

Infernots are the former cellars and larders of the wealthiest families where they stored food and wine.  They were located in the basement of the buildings they belonged to and digged into natural rock underneath.  They were perfect places  to store bottles containing precious wine waiting for  aging under layers of cobwebs and mold.

Nowadays, Monferrato with its infernots is a Unesco’s protected site and a must-see destination for thematic itineraries that can be followed by bike, as well.

Maybe, it’s just because of its international renown that not only native Italian tourists, but  also visitors from abroad arrive in Monferrato and are amazed at the lovely vineyard landscape as well as new, delicious specialities such as bagna cauda.

Bagna cauda is an old French receipe from Provence and owing to its abundance of garlic and enchovies giving the sauce a strong flavour, it was considered in the past as a food of the poorest.

But time goes by, changing many bounderies, even  gastronomic clichés, so today the old sauce  of  Piedmont  has become a fashionable, convivial ritual by which people of every nationality and class origin dip pieces of row and cooked vegetables into the bagna cauda, sharing together the same,  typical terracotta pan containing the sauce.  As for the American mentioned at the beginning, he was then on his way back to the US with a real made-in-Monferrato bagna cauda in his spinner that would remind him of the unusual and welcoming experience.

Il tempo delle mele e delle clementine

Torta senza zucchero con mele e clementine

Torta senza zucchero con mele e clementine

Se è vero che le mele sono reperibili tutto l’anno, non è così per le clementine. Quindi, meglio approfittare degli ultimi frutti sodi, dolci e gustosi. Come? Magari in questo modo.

Ingredienti

250 gr clementine, private dei filamenti più grossi (circa 5 frutti grandi)

1 mela piccola, tagliata a spicchi

20 gr di zenzero tritato molto fine

1 cucchiaio di cannella in polvere

cacao amaro

1 cucchiaino raso di sale

50 gr di cocco grattugiato

150 gr di farina di grano saraceno

Preparazione

In una terrina unire la farina con il cocco grattugiato, il sale, lo zenzero, la cannella e gli spicchi spezzettati di 3 clementine. Mischiare bene e versare l’impasto in una teglia piccola rettangolare rivestita con carta da forno bagnata e strizzata. Far cuocere a 240° per 30 minuti e poi a 200° per 15/20 minuti o regolarsi secondo il proprio forno.

Nel frattempo, far bollire in acqua gli spicchi della mela, finchè si ammorbidiscono. Scolare e far raffreddare.

A fine cottura della base, disporre gli spicchi interi delle altre due clementine e quelli della mela. Spolverare abbondantemente con il cacao amaro.

Interessante il contrasto del cacao con il succo dolce delle clementine.