Alta Valbrembana: Valleve – Foppolo – Valleve

Valleve, Valbrembana

Una volta arrivati a Valleve ed aver comodamente parcheggiato l’auto all’entrata del paese, si intuisce immediatamente la ricchezza naturalistica che lo circonda, annunciata dai panorami che si sono già incontrati strada facendo.

Si percorre a piedi l’abitato e ci si  dirige verso un ponticello di legno, al di là del quale si entra subito in un fitto bosco. I segnali indicano solo 15 minuti per raggiungere la località Convento. Può essere che sia facile sbagliare sentiero, perché in realtà dopo quasi un’ora di cammino (per chi è mediamente allenato) si arriva solo a una cappelletta. Il sentiero attacca subito in salita e si percorre tutto all’ombra.

Presso Foppolo

Presso Foppolo

Alla fine, ecco che il bosco si dirada. Si sono percorsi  3 km e 400 mt circa di dislivello  Appare il cielo blu e lo spigolo di un tettuccio.

Si è arrivati nei pressi di una cappelletta. Probabilmente, non è il  convento che ci si aspetta, ma la sorpresa è davvero sorprendente…

Ci si ritrova in una vera e propria terrazza panoramica che ripaga della fatica. Grandi prati verdi sfumati dal giallo di innumerevoli ranuncoli, alcuni anche doppi, più rari da trovare, spighette color rosa antico che sembrano fatte di velluto, fiorellini viola e tante margherite bianche.

Intorno, un panorama a 360° di cime che superano i 2000 mt.

Solo il rumore dei rami di alti larici e conifere mossi dal vento e quello di qualche cascatella, perché qui l’acqua non manca. Scende qui e là, precipitando da ripide pareti di rocce.

Proseguire per Foppolo è sicuramente più rilassante. Ci si dirige verso sinistra rispetto a dove si è arrivati, seguendo la traccia del sentiero nell’erba e si entra in un altro bosco. Qui, il sentiero si mantiene pressoché pianeggiante ed è percorribile in mb.

In 20 minuti circa si raggiunge Foppolo. Appare, alla fine del sentiero, l’insieme dei condomini del boom cementizio-turistico degli anni ’60 e ’70, quando il paese era una delle mete preferite per le vacanze, soprattutto invernali.

Stridono con il panorama circostante e infondono quasi un senso di abbandono fuori stagione.

Entrati in paese si può scegliere di ritornare a Valleve, sulla strada asfaltata che durante la settimana è poco frequentata. Il bel panorama lungo i 6 km  accompagna la piacevole passeggiata che ridiscende in dolce pendenza, passando attraverso alcune brevi gallerie aperte.

Oppure, si può anche approfittare della corriera, che però passa di rado.

 

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Leggenda e delizia del torrone di Cremona

Cremona

Nelle terre intorno a Cremona si è appena dissolta la prima nebbia autunnale. Fervono, frenetici,  gli ultimi  preparativi per un evento eccezionale: il matrimonio tra la duchessa Bianca Maria Visconti, di soli 17 anni, e il quarantenne Francesco Sforza.

È il 25 ottobre 1441 quando viene ufficializzata l’unione tra i due, predestinati ad essere consorti molti anni prima.

Si è deciso di celebrare la cerimonia, sontuosa come merita l’occasione, nella chiesetta di S. Sigismondo, appena fuori città.

Occhi nemici, malvagi e pericolosi potrebbero creare problemi nella centralissima Cattedrale.

Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza

Alle nozze di Bianca Maria e Francesco seguono grandi festeggiamenti,  giostre, tornei, sfilate di carri allegorici e, naturalmente, un banchetto regale. Nell’aria, gli effluvi delle carni speziate, dei capponi e della selvaggina si mischiano al vocio rumoroso e alle risate dei ricchi commensali che sorseggiano grandi calici di vino rosso.

Ma a un tratto, il vocio sembra scemare. Solo un attimo, e poi riprende ancora più rumoroso e allegro quando appare sulle tavole degli invitati un dolce preparato apposta per l’occasione. Ha la forma del Torrazzo, l’alto campanile della cattedrale sotto al quale non si è potuta svolgere la cerimonia nuziale.

Cremona, il Torrazzo

Noto ai posteri come “torrone”, è una delizia di pasta dolce in cui predomina il bianco d’uovo che avvolge mandorle e nocciole, con aggiunta di aromi e miele. Declinato in  numerose versioni e già presente in altri paesi lontani ai tempi di Bianca Maria e Francesco, il torrone di Cremona vanta oggi il marchio IGP.

Classico o morbido, continua a conquistare i palati e la golosità di chi lo apprezza e lo gusta  ben oltre i confini della città che lo ha visto nascere.

Eppure, qualcuno racconta che la sua origine sia solo una leggenda…