Strudel con pere, noci e cioccolato fondente

Riuscire a stendere l’impasto con farina di grano saraceno sottile, quasi come una sfoglia? Un po’ complicato, ma non impossibile. Ecco come si può fare: dopo aver incorporato in una terrina piuttosto grande 150 gr di farina insieme a 50 gr di cocco grattugiato, 1 uovo e 1 cucchiaino di sale e aver mischiato bene il tutto, aggiungere pochissima acqua alla volta. Impastare fino ad ottenere una consistenza ben solida, eventualmente aggiungendo altra farina.

Quindi, stendere l’impasto tra due fogli di carta da forno leggermente unti con olio d’oliva e porlo insieme al foglio inferiore in una teglia grande rettangolare.

Ricoprire con la farcitura, composta da due pere (Kaiser) a dadini molto piccoli, 150 gr di noci spezzettate grossolanamente e 50 gr di cioccolato fondente (99%). Richiudere lo strudel e infornare a 240° per 30 minuti, poi a 200° per altri 15/20 minuti o regolarsi in base al proprio forno.

Lasciare intiepidire e tagliare lo strudel a fette, gustandolo con una mousse preparata precedentemente in questo modo: frullare 3 clementine dolci, 2 cucchiai di semi di chia, 50 gr circa di ricotta fresca e 1 cucchiaio di cacao amaro. Versarla in uno stampo piccolo e porre in freezer per circa 1 ora. Al momento di servire, decorare con granella di arachidi tostate.

Il risultato finale è molto gratificante, anche se la sfoglia non è esattamente come quella classica. Il ripieno, di per sé, premia la buona volontà e sarebbe già buono così da solo, con il cioccolato che non si fonde del tutto.

E’ un mix di sapori e ingredienti sani, nutrienti e sfiziosi, arricchito a piacere con xilitolo di betulla o stevia.

Il gusto del bello

Si dice che il gusto del bello, noi italiani, ce l’abbiamo nel sangue, un bello non opulento, ma nemmeno austero. Una bellezza che cerca l’armonia dei colori, delle forme, delle proporzioni e dei volumi.

Un gusto per il dettaglio, frutto di tradizioni secolari che si sono sviluppate nei più svariati settori; dal vetro alle scarpe, dalle stoffe all’edilizia.

Tecniche tramandate da generazioni di abili artigiani che sono sempre più rari e rischiano l’estinzione, ma che per sopravvivere spesso sono costretti a offrire le loro capacità a chi ha le tasche più rigonfie di quattrini. Lo fanno per motivi contingenti, perché chi dovrebbe sostenere e incentivare l’innato gusto italiano per il bello, il più delle volte lo spreca, lo calpesta o, nel migliore dei casi, lo ignora o lo tartassa di gabelle.

Poi ci sono loro: I CREATIVI, un esercito silenzioso che lavora incessante, soprattutto per sé stesso e per pochi intenditori.

Persone che se le incontri per strada, mai più sospetteresti una loro seconda vita parallela.

Tra le vie anonime di un quartiere di periferia, si cela un geometra in pensione che finalmente dà libero sfogo alla sua vera inclinazione, soffocata per anni e anni: la scrittura medievale. Siede allo scrittoio in stile conventuale e riproduce lettere alate, spaziando tra l’oro e i colori vivaci, mischiando segretamente polveri e essenze  come un vero amanuense e che la loro misteriosa mistura non la svelerebbe nemmeno alla moglie.

In una sala da ballo, tra le campagne del nord-est, mai più ti immagineresti che la ballerina di country in terza fila, con gli stivaletti alla texana e il cappellaccio da cowboy, nasconda il delicato passatempo del ricamo veneziano, riproducendo meticolosamente punti dimenticati, in voga secoli fa.

Lo stesso interesse, ma per i ricami in stile liberty, lo coltiva tra le pareti domestiche la dark lady che incontri in coda alla cassa del supermercato sotto casa. Di lei, sempre vestita rigorosamente in nero, non diresti mai che con i colori dei filati ci va a nozze.

A due passi dall’Adriatico, una ceramista tenta nuove tecniche creative, dipingendo legni abbandonati sulla spiaggia dalle onde, mentre c’è chi per non sentire la puzza di plastica e per evitare di indossare la pelle degli animali, si confeziona le borse in stoffa oppure, per risparmiare, taglia e e cuce una giacca con la lana cotta firmata, comprata online a 15,00 euro, quando in negozio la troverebbe bella e pronta a 150,00 euro.

Insomma, chi per necessità, chi per virtù, questo popolo laborioso taglia, cuce, dipinge o inchioda, mentre in sottofondo ascolta Bach, Mozart, Puccini, il Festival di Sanremo o il TG regionale.

Chi per gusto personale, chi per sfuggire al destino di casalinga disperata, disoccupato inattivo o pensionato alienato, ognuno di loro insegue un sogno, un’idea, un nuovo oggetto da creare. Qualcosa che serva o sia inutile, qualcosa da regalare o tenere per sé.

Qualcosa di unico e bello che lasci una traccia di sé.

Che tempo farà alle Hawaii?

Hawaii, Parco Nazionale dei Vulcani

Hawaii, Parco Nazionale dei Vulcani

Quando il gelo imperversa e calano i freddi venti del nord a poco serve coprirsi a multistrati.

Le cose da fare, allora, sarebbero due: se si potesse, ibernarsi come gli orsi e risvegliarsi al primo tepore primaverile oppure … sognare qualche luogo caldo, ma non troppo, un posto esotico, ma non uno dei soliti dove ci vanno tutti di questo periodo; il Kenya, i Caraibi o le Canarie.

Kahuku

Kahuku

Una meta un po’ diversa, insomma, anche se un po’ cara a e di certo non persa tra i deserti o le remote spiagge selvagge e allora, perché non le Hawaii? Le medie stagionali  su questo arcipelago, si dice, oscillano tra una minima di circa 9° a una massima di 21° che può arrivare anche a 27°, a seconda della zona e dell’altitudine.

Meta scelta soprattutto da dicembre a febbraio, dove accorrono i freddolosi di diverse parti del mondo, perché nonostante sia il periodo più fresco e piovoso dell’anno, almeno là fa caldo. Quasi come in estate, perché su queste isole dell’Oceano Pacifico non c’è molta differenza tra estate e inverno.

Spiaggia hawaiana

Spiaggia hawaiana

E poi, vogliamo metterci anche la loro origine vulcanica che rende ancora più piacevole il soggiorno, passeggiando tra le distese verdeggianti e fertili o tra i caldi vapori del Volcanoes National Park? Bizze vulcaniche, permettendo.

Un moderno centro visitatori e il Museo Jaggar forniranno, oltre alla possibilità di fare un’escursione guidata con un ranger, molte altre informazioni, utili per conoscere queste isole sotto un altro aspetto.

Hawaii, quindi, che non sono solo ukulele, aloha, hula e collane di fiori, per svernare … almeno per un po’.

 

Ispirazione Schwarzplententorte

Torta con marmellata di mirtilli

Torta con marmellata di mirtilli

Un nome difficile per un esperimento semplice: tentare di riprodurre la tipica torta del Trentino, fatta con farina di grano saraceno e marmellata di mirtilli.

Il risultato, di sicuro, deluderà chi è ligio alla ricetta tradizionale che per 500 gr, tra mandorle tritate e farina di grano saraceno, contempla 250 gr di burro e 250 gr di zucchero, ma per chi è in vena di “follie” all’inizio dell’anno, ecco la versione light (ma mooolto light) ispirata al dolce in questione.

Marmellata fatta in casa: solo mirtilli e semi di chia

Marmellata fatta in casa: solo mirtilli e semi di chia

Indipendentemente dal risultato, la sua preparazione è servita per trarre nuovi spunti. L’impasto è morbidissimo, come quello di una torta “normale”, ma forse si presta meglio da abbinare con la frutta secca e il cioccolato fondente. La marmellata di mirtilli, rigorosamente sugar free e fatta al momento è stata una sorpresa piacevole. Anche il suo aspetto è quello di una marmellata convenzionale e il gusto niente male. Da provare con altri tipi di frutta, ma anche come gelato. Se si lascia riposare la torta, per es. preparandola la sera prima per il giorno dopo, acquista più sapore e si riscatta, servita con la ricotta ancora fresca di frigo,  stemperata con la mela grattugiata (per 100 gr di ricotta basta aggiungere una mela medio-piccola).

TORTA CON FARINA DI GRANO SARACENO E MIRTILLI – Versione light

INGREDIENTI per 6 fette

130 gr farina di grano saraceno

130 gr di mandorle pelate, tritate fini

3 uova

2 mele a fettine sottili, passate al forno per circa 20 minuti e tritate fini con la mezzaluna  (peso finale dopo essere state tritate: circa 140 gr. )

Lievito di birra, 20 gr

Un cucchiaino scarso di sale fino

Base della torta: un'idea per altri esperimenti

Base della torta: un’idea per altri esperimenti

INGREDIENTI PER LA FARCITURA:

Marmellata di mirtilli rossi o neri senza zucchero, fatta in casa con 300 gr di mirtilli surgelati o freschi e 2 cucchiai di semi di chia + 1 mela a fettine sottili, passata al forno e tritata fine.

Preparazione: in una terrina versare i mirtilli e schiacciarli con un cucchiaio, aggiungere i semi di chia ed, eventualmente, frullare. Aggiungere la mela tritata, mischiare e  lasciare a macerare per un paio di ore.

PREPARAZIONE DELLA TORTA:

In una terrina unire la farina di grano saraceno, le mandorle tritate, il sale, l’altra mela tritata,  3 tuorli sbattuti e, per ultimo, il lievito sbriciolato. Aggiungere poca acqua tiepida fino ad ottenere un impasto denso e cremoso. Incorporare poi 3 albumi montati a neve ferma. Mescolare delicatamente e porre l’impasto in una teglia foderata con carta da forno bagnata e strizzata.

Far cuocere per un’ora a 180° (forno a gas). Sfornare e lasciare raffreddare.

Tagliare la torta in due dischi e farcirla con la marmellata di mirtilli.

Spolverare con eventuale cocco grattugiato.