I cento anni della Callas

Una voce formidabile, venuta alla luce già nell’infanzia, ascoltando e cantando sulle note di Rosa Ponselle, soprano classe 1897, e di tre canarini.

Una personalità complessa, condizionata dal rifiuto da parte della madre che desiderava un figlio maschio. La costante propensione materna a usare lei, Cecilia Sophia Anna Maria Kalegeròpulos in arte Maria Callas, al fine di perseguire i propri interessi, sfruttando la “gallina dalle uova d’oro” sin dalla sua tenera età.

Un grande senso di rivalsa, inseguendo e ottenendo il successo, non solo in campo artistico ma anche nel possesso di quei beni simboli e stile di vita comunemente identificati con l’ascesa nella scala sociale; gioielli, tanti, preziosissimi e appariscenti, elegantissimi e sfarzosi abiti di alta moda, frequentazioni da jet set, un matrimonio con un uomo facoltoso, interrotto per diventare l’amante di un ricco e avventuriero armatore che poi la lascerà per un’altra donna. Tutti elementi che non mancherebbero nella più classica delle opere teatrali cantate e musicate.

Una forte volontà e abnegazione nell’apprendere e progredire nel bel canto.

Ma soprattutto un grande bisogno di amore, mai realmente appagato, che colmasse l’ancestrale vuoto affettivo che l’aveva accolta dalla nascita.

Questa, in sintesi, la panoramica su Maria Callas, di cui ricorre il centenario della nascita il 2 Dicembre di quest’anno.

Indimenticabile soprano, passata alla storia come La Divina, che riuscì a fare della sua voce lo strumento di immersione totale nell’arte della musica e dei virtuosismi vocali.